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Il molisano saggio

Il molisano saggio
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Email:
ugodugo1940[a]gmail[puntino]com
Data:
05 Dicembre 2014

Raccolta di proverbi e modi di dire del popolo molisano
(Oltre 2100 gocce di saggezza popolare)
In appendice principali proverbi italiani

 

PRESENTAZIONE

Di origine remota, come "deposito di saggezza popolare", i proverbi hanno avuto diffusione universale in forme molto simili presso i popoli più diversi.
Il Libro dell'Antico Testamento (X secolo a.C.) contiene proverbi brevi ed espressivi, sotto forma di paragone.
Provenienti dalla sapienza sia divina che popolare, la raccolta, attribuita a Salomone, analizza e giudica la morale israelita.
I Greci attribuiscono i proverbi ai loro sette saggi.
A Roma, gli "Adagi" di Cesare esortano all'azione (ad agendum) e attraverso la "volgata", traduzione latina della Bibbia fatta da San Girolamo, con la tradizione rabbinica medievale la poesia paremiologica coinvolge il Rinascimento.
Nel Seicento e nel Settecento le raccolte si moltiplicano e con i grandi folcloristici dell'Ottocento anche le regioni hanno i loro proverbi.
Con un linguaggio scarno e breve, essi si distinguono per le metafore che contengono.
Esistono raccolte di proverbi morali, "di gloriosa dottrina e di fruttuoso insegnamento", come i proverbi dello spagnolo Inigo Lopez de Mantoza scritti nel 1437, faceti, come quelli di Antonio Corazzano pubblicati nel 1525, drammatici, risalenti a Luigi XIII.
Tra le raccolte regionali spiccano i proverbi raccolti da Giuseppe Giusti e pubblicati postumi da Gino Capponi nel 1853 a Firenze, quelli siciliani del Pitré con varianti di tutte le regioni, in quattro volumi, i "proverbi, usanze e canti popolari salentini" di G. Cavagliere pubblicati nel 1968, i proverbi agricoli sammarchesi di Grazia Galante, i proverbi molisani di Roberto de Rubertis di Lucito, di Antonio Vincelli di Casacalenda, di Michele Colabella di Bonefro, di Arcangela Tozzi Mastromatteo di San Martino.
In questo filone storico degli studi di paremiologia si inserisce, ultima in ordine di tempo ma non per importanza, la raccolta "Il Molisano saggio" di Ugo d'Ugo e Italo Cosco, un insieme di norme riguardanti la vita quotidiana, analizzata alla luce di una morale fatta di buon senso e di praticità.
L'opera attinge dal patrimonio culturale tradizionale molisano ed è pregevole non solo per il suo contenuto ricco di insegnamenti, ma anche per la forma con cui è presentata la materia.
1750 gocce di saggezza (tanti sono i proverbi e i modi di dire raccolti) evidenziano le tradizioni, la religiosità, le credenze, le ansie, le speranze colte durante il ciclo della vita dei molisani.
L'analisi comparativa con i proverbi del passato offre al lettore uno spaccato reale della storia e della mentalità paesana attraverso un impeccabile rigore scientifico con cui la raccolta è presentata, dall'attento ordine alfabetico seguito nell'impaginazione per agevolare la ricerca, al commento, alla forma dialettale perfetta.
"A ogné titte sta lu penge rutte" (su tutti i tetti ci sono tegole rotte); "A tè figlie le riche e tu, nora, m'ha'ntenne" (a te figlio lo dico e tu, nuora, ascoltami); "Brutta giuventù e mala vecchiaja" (brutta gioventù e cattiva vecchiaia); "Ce vo u dulore pe chiagne" (ci vuole il dolore per piangere) .... sono lezioni di vita su cui i giovani dovrebbero riflettere.
"La mèglia parole è chélle che 'nze dice" (la migliore parola è quella che non si dice); Nn'esse amare ca te sputene, nn'esse doce ca te sughene" (se sei amaro ti sputano, se sei dolce ti succhiano); "Nne me ne fa, ca nne te ne facce" (se non mene fai, non te ne faccio); "Onore e gioventù na vote perze nen tornene cchiù" (onore e gioventù una volta persi non tornano più); "Sémene e sémene sule, pure se fusse méza mesure" (semina solo anche se hai mezza misura); "Se vuò campà fa l'arte che sa fa" (se vuoi campare, fai l'arte che sai fare); "Ugne lu carre ca camine" (ungi il carro se vuoi che cammini); "U munne perciò è bèlle pecché variane le cervèlle" ( il mondo è bello perché diversi sono i cervelli) indicano norme di comportamento che sono alla base della vita quotidiana.
Questa forma di letteratura popolare, appartenente alla poesia didattica, rivela vizi e virtù, pregi e difetti dello spirito umano e investe la sfera morale oltre che materiale degli uomini.
Risalire con un lavoro di ricerca alle nostre radici non è stato facile.
Ugo e Italo ci sono riusciti. Attraverso la riscoperta del vissuto dell'uomo, con intelligenza e pazienza certosina essi ci hanno fatto capire la realtà contemporanea.
Come molisano legato alle tradizioni, non posso non complimentarmi con loro.
Bravi, amici miei, e....ad maiora!
Nicolino de Rubertis

 

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