Ugo D’Ugo
“Il segreto di Sara “ e altri racconti
Goliardica Editrice – Trieste –pag.216 € 12,00
di Carlo ONORATO
 
Abbiamo letto con molto interesse l’ultimo lavoro letterario di Ugo D’Ugo, “Il segreto di Sara”.
Un libro emozionante, di grande valore formativo con valenza storica e umana che, coinvolgendoci con intensità emotiva e mentale, ci ha magistralmente tenuto compagnia per due interi e piovosi pomeriggi.
Con il suo libro, costituito da quattordici racconti, D’Ugo ripercorreil viaggio nel tempo che formò la sua memoria. Ricordi densi di tradizioni popolari e religiose, di costumi, di ritmi di lavoro che si espletavano nelle varie stagioni e per le diverse fasi connesse all’agricoltura.
Egli parla dell’indole mite e buona dei molisani, inclini all’amicizia e all’accoglienza, dei loro momenti di svago e d’abbandono, dei loro diversi  ed alterni stati d’animo, comunque sempre improntati alla ricerca del miglior cammino per la formazione e la costruzione umana di un popolo che, putroppo, porta ancora dentro di sé le paure e gli incubi ancestrali e dei tempi bui dell’oscurantismo cattolico e politico.
Egli descrive le bellezze di un territorio, a volte anche selvaggio, arido d’inverno, ma pronto a risvegliarsi in primavera: “ Un bel mattino di maggio, quando il sole incominciava ad accarezzare le margherite del prato ancora umide di rugiada e la cicala aveva già smesso il suo eterno, assordante chiacchiericcio, arrivò a Campobasso un uomo…” (Inizio del racconto Gramegna, pag.128).
Il Nostro nutre un grande sentimento d’amore per il Molise, terra delle sue emozioni, della sua formazione umana, avvenuta nel quadro complessivo di una importante fase storica, nella quale la realtà rurale, inconsciamente, si preparava al mutamento che la storia le avrebbe imposto con la fine del secondo Conflitto Mondiale.
Senza voler togliere nulla a tutti gli altri racconti, profondamente didascalici, che mostrano una umanità reale, che vive sempre alla luce del sole, al pari della natura, con i suoi pregi e difetti. Una realtà descritta con garbo, pur senza veli e filtri di alcun genere, ma di un verismo struggente sul quale noi ci soffermiamo per le sue implicazioni di ogni ordine e grado, soprattutto su “ Il segreto di Sara” che – nel dare l’incipit e il titolo al libro stesso –occupa la metà delle sue pagine con le quali il Nostro ha compiuto un capolavoro narrativo di valore storico, politico, sociale, morale e gnomico di portata universale.
Mettendo, così, in evidenza tutta la drammaticità del peggior periodo storico, non solo dell’Italia, a causa della guerra nazifascista di sopraffazione e di distruzione dell’uomo, di ogni suo valore umano, di vessazione, di sterminio programmato, soprattutto a danno del popolo ebraico. Popolo bollato dalle leggi razziali di cui la nostra protagonista Sara ne fu testimone vivente, che dovette subire e piangere la drammatica fine dei suoi cari, portare nel cuore e nell’animo tutta l’eredità e le conseguenze nefaste che la segnarono fino alla sua morte prematura.
Conseguenze che continuarono a gravare sul di lei figlio, Samuele, (senza nazionalità e identità giuridica, al quale i forni crematori avevano incenerito il proprio genitore, prima ancora ch’egli nascesse) anche dopo la fine della guerra per l’insensibilità e l’inadeguatezza dello Stato che non si era ancora liberato dal vecchio retaggio e costume fascista per adeguarsi alla nuova realtà scaturita dalla Resistenza.
Tutti i personaggi che animano la scena narrante mettono in risalto: colori, sapori, umori, stati d’animo di varia natura, nati da tante realtà che spesso compongono un assortito e vasto panorama della bella terra molisana con il vivere del suo popolo che, forte e convinto delle sue tradizioni ed esperienze, non sempre diventa, egli stesso, cosciente e attivo soggetto di cambiamento, accettandospesso “fatalmente” il suo destino.
I fili che interessano la trama del racconto, tutti pregiati e di lodevole fattura artistica, ne fanno un libro interessante e utile per la formazione, soprattutto per le giovani generazioni che debbono recuperare il passato dei genitori per costruire il loro futuro senza pecche e con meno errori e possibilmente da protagonisti.
Un testo questo, destinato ad avere un importante ruolo nel panorama culturale, non solo molisano e italiano, per le sue implicazioni di natura: politica, religiosa, antropologica, sociale, economica e storica – che affronta situazioni riferite a vicende che, gran parte dell’umanità ha vissuto tragicamente nel ventesimo secolo – per velleità, arroganza e malvagia stupidità di alcuni uomini, ma anche per pigrizia culturale, morale o per opportunismo di tanti altri, pronti e senza scrupolo a salire sul carro di chi si appresta a prendere il potere; uomini la cui specie non si estingue mai, col rischio presente e futuro che essi, possano rendersi sempre corresponsabili di altri drammatici, disumani fatti come quelli che il Nostro ci invita a riflettere e di cui ci mette in guardia e diffidare.
Questo libro è l’esempio mobilitante di come la cultura non dev’essere fine a sé stessa, ma deve essere in grado di aiutarci a riflettere, anche in momenti complessi come quelli contemporanei, per non dimenticare la lezione della storia, per non correre il rischio che possano ripetersi con tutta la disumana drammaticità.
Nel terminare questa breve riflessione sul gran libro di Ugo D’Ugo che, certamente vuol dirci tante altre cose oltre quelle da noi già sottolineate, per coglierne l’intero senso e messaggio non resta che leggerlo per intero e con attenzione.

Con tanti auguri per altri suoi lavori, lo ringraziamo e salutiamo con affetto

Isernia, 07. 07. 2009
 Carlo Onorato

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