Vitalba (Clematis vitalba). Famiglia: Ranuncolacce. Sinonimo: Vite bianca, Erba dei cenciosi (Toscana).
Descrizione: Pianta infestante, rampicante con fusti ramificati, si allunga fino a 20 metri, spesso soffocando alberi e muri; sviluppa alla base un tronco legnoso piuttosto grosso.
Foglie opposte a forma ovoidale, lanceolate, formate da 3 a 5 elementi, con peduncoli ingrossati alla base.
Fiori bianchi, profumati, ermafroditi, raggruppati a infiorescenze a cima bipara; hanno quattro sepali, bianco verdastri, numerosi stami ; ovario. L’impollinazione è entomofila.
Contiene: E’ pianta velenosa per la presenza di alcaloidi (protoanemonina) e saponine, che si accumulano specialmente negli organi vecchi. Contiene pure glucosidi e sostanze attive, pectina, fitosterolo.
In passato se ne faceva anche uso medicinale con cataplasmi di foglie secche come revulsivo per combattere contusioni e dolori articolari. Le foglie secche venivano pure utilizzate come diuretico e depurativo.
Curiosità: Nell’antichità Dioscoride, Plinio e Galeno utilizzavano le foglie secche, a cui venivano attribuite proprietà analgesiche, infuse in olio per curare la scabbia.
Uso industriale :Dagli intrecci lianosi ricavavano una fibra da usare al posto della canapa per fabbricare cordame
Curiosità: In Toscana veniva chiamata Erba dei cenciosi, poiché veniva usata dai mendicanti per procurarsi lievi ferite per impietosire i passanti.
Questa pianta è nominata pure come componente dei Fiori di bach, con il nome di Clematis.
In cucina: Nonostante la sua tossicità accertata, in molte regioni italiane ed europee (Spagna, Grecia), i germogli teneri con qualche piccola fogliolina vengono usati per preparare frittate, risotti ed altri piatti appetitosi, allo stesso modo degli asparagi, però previo lessatura e avendo accortezza di non consumarne grosse quantità, sebbene, pare, che una volta bollite perdano il loro contenuto in tossine.
ATTENZIONE!!! Gli usi e le applicazioni sono indicati solo a mero scopo informativo, per cui si declinano tutte le responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico, alimentare, per i cui usi bisogna sempre richiedere il consiglio del medico farmacologo.
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