Relazione Conferenza Lattanzio

Campobasso, 27 gennaio 2010

Relazione

“I diritti dei minori nella società contemporanea”
 
 
Lattanzio e ColocciaRingrazio la Giornalista Doretta Coloccia per le belle parole rivoltemi, devo ricambiare con pari stima; ho avuto modo di apprezzarLa approfonditamente in due occasioni durante le quali la sua “arte giornalistica” è entrata abilmente anche nella mia vita privata, svelando ai telespettatori aspetti della mia sfera affettiva la più importante: quella dei legami familiari.
Sono onorata di essere qui, di poter portare alla Vostra attenzione un tema importante, nella “Giornata della Memoria”: quello della tutela dei diritti dei minori nella società contemporanea, grazie alla vostra associazione Culturale, impegnata a diffondere cultura ed emozioni nella nostra terra. A Ugo D’Ugo e a tutti voi per essere qui così numerosi.
 Partirei con una domanda: esiste realmente la Tutela dei diritti dei Minori nella società contemporanea?

Confesso che tutti i giorni mi pongo questo interrogativo, e il tono affettivo che assegno al punto di domanda è mutevole: a volte positivo, altre triste, altre ancora angosciante.
 Sono il Tutore Pubblico dei Minori, dal novembre del 2007 la regione Molise ha avviato una politica di sensibilizzazione e di prevenzione a tutela dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza con l’istituzione dell’Ufficio che rappresento.
 Un ufficio di garanzia che in composizione monocratica, in piena autonomia ed indipendenza, recependo il principio di sussidiarietà tra Stato e regioni, Servizi amministrativi e sociali avvia una politica di sensibilizzazione per la diffusione di una nuova cultura dei diritti dei minori di età.
 Difendere, tutelare i diritti di tutti i fanciulli è impresa assai difficile, come difficile è tutelare i diritti dei propri figli, il diritto all’educazione art. 18 (CRC), il diritto all’istruzione art. 28 (CRC), il diritto ad esprimersi e ad essere ascoltato art. 12 (CRC)….., il diritto a una famiglia art. 31 della costituzione.
 Non ci sono norme per essere normativi nell’esercizio della propria genitorialità; non esistono i legislatori dell’educazione, ognuno di noi deve modellare il proprio codice, un codice che deve integrarsi con quello universale nel rispetto di tutti. Ci sono invece delle norme nazionali ed internazionali alle quali dobbiamo ispirare, tutte le volte che assumiamo una funzione pubblica, il nostro agire civile.


 IL MINORE:
SOGGETTO GIURIDICO
È titolare di diritti al momento della nascita
Ha un personale diritto, indipendente da qualsiasi presupposto, inclusa l’età, i diritti sono intrasmissibili: essi nascono e muoiono con la persona che ne è titolare
 Detti diritti sono tutelati dal diritto costituzionale (libertà di manifestaz. del pensiero, libertà di riunione, libertà di culto), altri sono tutelati dal diritto penale (diritto alla vita, all’integrità fisica, all’onore), altri da leggi speciali (diritto d’autore, diritti dei lavoratori…), altri dal diritto civile (diritto al nome e all’immagine).
 L’art. 4 della Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza richiede agli Stati parte di impegnarsi ad adottare tutti i provvedimenti legislativi, amministrativi e di altro tipo necessari per l’attuazione dei diritti riconosciuti dalla Convenzione. Il Comitato ONU verifica i progressi compiuti dagli Stati che hanno ratificato la CRC nell’attuazione dei diritti da essa sanciti, attraverso la presentazione e relativa discussione a Ginevra di Rapporti periodici e governativi e dei Rapporti Supplementari Ong.
 E’ dal 2° Rapporto Supplementare alla Nazioni Unite della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia che ho tratto i dati più significativi ai quali farò riferimento.
 PARTIAMO CON IL PRIMO FILMATO: “GIOBBE COVATTA NELLO SPETTACOLO VARECHINA E MELANINA”
 Il Comitato ONU raccomanda all’Italia di continuare a esaminare con rigore la legislazione e di garantire che le leggi nazionali e regionali si basino sui diritti e si conformino agli standard internazionali sui diritti umani, inclusa la Convenzione, e che vengano effettivamente applicate.
 Convenzione di New York sancisce la centralità del fanciullo e il suo superiore interesse (art. 3 c.1)
La convenzione poggia su 4 principi fondamentali: la non discriminazione, l’attenzione all’interesse superiore del fanciullo, il suo diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo e al rispetto delle sue opinioni.
 Il primo strumento giuridicamente vincolante che enuncia una serie di diritti essenziali dei bambini di natura politica, civile, sociale, culturale ed economica.
 Trattato internazionale con il maggior numero di assensi da parte degli Stati, ma si può anche dire che è spesso il più violato, il trattato non è stato ratificato dallo Stato Vaticano e dagli Stati Uniti.
 Parlando di procedura minorile civile e penale, nel corso dell’attuale legislatura sono stati presentati due disegni di legge che hanno l’intento di ovviare alla divisione di competenze tra TM e TO. In materia di separazione e di affido e di titolarità dei diritti dei figli naturali e legittimi permangono le doppie competenze. Il gruppo CRC ribadisce l’urgenza di riformare il sistema della giustizia minorile prevedendo competenze esclusive in capo ad un unico organo effettivamente specializzato; di provvedere alla riforma della normativa relativa alla difesa d’ufficio in modo tale da consentire un’effettiva applicazione della legge 149/2001 nella parte che prevede la difesa tecnica del minore nelle procedure di adottabilità e de protestate; di riprendere le proposte di legge depositate il 15 gennaio 2008 per procedere alla formulazione di un disegno di legge dell’ordinamento penitenziario minorile (individuazione di istituti di educazione alternativi a quelli penitenziari).
TM istituito nel 1934
 


E L’ADOLESCENZA: IL PRINCIPIO DI NON DISCRIMINAZIONE  Con la Legge 285/1997 e con la 328/2000 lo Stato ha istituito un Fondo unico Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza; è stata demandata però alle Regioni la pianificazione e programmazione delle Politiche Sociali, non essendoci un valido strumento di monitoraggio, ed essendo quindi passata la esclusiva compensa alle regioni, non vi è su tutto il territorio italiano pari godimento e accesso e tutela dei diritti per tutti i bambini e le bambine. Ricordiamo che lo Stato centrale ha la responsabilità, avendo ratificato la CRC di garantire l’uniforme godimento dei diritti da parte di tutti i bambini e le bambine sul territorio nazionale.
 Tutti i giorni rilevo disparità tra i minori di età, disuguaglianze, povertà, diversità di trattamento, come se esistessero i bambini di serie A e quelli di serie B. Dai dati raccolti dall’Osservatorio regionale sull’infanzia emerge che molteplici casi di intervento dell’Autorità Giudiziaria minorile sono dovuti alle condizioni di indigenza in cui vivono i bambini. In Italia il rischio di povertà infantile raggiunge la stima preoccupante del 24%.
 Il superamento della povertà di bambini e adolescenti, individuata come fonte grave di discriminazione per i minori, è uno degli obiettivi prioritari da perseguire a cui si ispirano le iniziative istituzionali del biennio in corso: 

sostegno al reddito
politiche di riconciliazione dei tempi di lavoro e di cura per i genitori
prevenzione della dispersione scolastica
contrasto allo sfruttamento minorile
questi i capisaldi del piano nazionale infanzia 2008-2010
Le Raccomandazioni al Parlamento sono quelle di verificare se il Federalismo Fiscale può intralciare il dettato degli artt. 2,3, della CRC (principio di non discriminazione e del superiore interesse del minore).
 Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza
Non tutti Consigli regionali hanno legiferato ed approvato la figura del Garante regionale; il Gruppo CRC ribadisce l’importanza della uniformità nella emanazione delle leggi e della approvazione in Parlamento di una legge che istituisca la figura del Garante Nazionale, una figura autonoma dal potere politico, persona altamente specializzata, con una propria autonomia economica e del personale che si raccordi con quelli regionali esistenti.
 La raccolta dati
La carenza di un sistema di raccolta dati centrato sui minori è necessario per orientare in modo significativo le forme di intervento su tutto il territorio nazionale. Il Centro nazionale di documentazione ed analisi per l’infanzia e l’adolescenza opera a livello centrale ma non è sufficiente e soprattutto l’autonomia d’indagine delle varie regioni diversifica l’approccio analitico ancora troppo basato sulla valutazione delle famiglie e non del singolo minore.
 All’art. 2 della CRC si cita il principio di non discriminazione=non dev’essere alcuna distinzione tra i fanciulli nel pieno godimento dei propri diritti.
Particolarmente a rischio di discriminazione sono i ragazzi che si trovano in situazione
    di svantaggio o bisogno, le minoranze: i minori stranieri specie se non accompagnati, richiedenti asilo o rifugiati;
    i bambini disabili e/o ospedalizzati;
    i bambini che appartengono a famiglie in situazioni di disagio economico;
    i bambini nati al di fuori del matrimonio;
    i minori appartenenti a minoranze etniche, linguistiche e religiose;
    i minori rom, sinti e camminanti;
    i minorenni negli istituti penali.

 Sono molto discriminati i bambini con orientamento sessuale omofobo, vittime di suicidi, maltrattamenti e non accettazione familiare e altro.
 Altro importante principio è quello dell’ascolto dei minori e della partecipazione (Art. 12 co 1. CRC)
 I consigli dei bambini e dei ragazzi sono utili in tutte le procedure giudiziarie, familiari e scolastiche; la voce dei minori può meglio orientare i nostri interventi; ascoltare i loro bisogni, interpretare il loro linguaggio può avvicinare i due mondi: adulto e dell’infanzia e adolesc.
Es. L’esperienza insegna che le scuole che coinvolgono gli studenti e introducono strutture più democratiche risultano più armoniose, avere migliori rapporti tra studenti e adulti favorisce l’apprendimento.
 Sarebbe utile formare gli insegnanti nell’acquisizione di un approccio pedagogico basato sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ed in specie sul diritto alla partecipazione.
 Con la legge 149/2001 e nel rispetto della CRC il minore può essere ascoltato in tutte le procedure quando ne sia accertata la capacità di discernimento
 In alcune procedure giudiziarie è possibile ricorrere alla nomina del curatore del minore e dell’avvocato del minore, vi è però una lacuna legislativa nella riforma del patrocinio a spese dello Stato e la difesa d’ufficio.
 In realtà solo in alcuni procedimenti, e per discrezionalità del magistrato , il minore viene ascoltato. Presso il Tribunale di Roma vige un orientamento interno per il quale è prevista la nullità della procedura nei casi in cui il minore non sia stato ascoltato. La confusione nasce a causa della scarsa chiarezza rilevata nella Dichiarazione espressa dal Governo Italiano all’atto della ratifica della Convenzione di Strasburgo sull’esercizio dei diritti dei minori.
 Ambiente familiare e misure alternative Nelpreambolo della CRC si afferma che la famiglia , unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita ed il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione el’assistenza di cui necessita per poter svolgere integralmente il suo ruolo all’interno della collettività. Nella relazione genitori-figli un elemento guida è la “protezione” che trova fondamento nella CRC e nella Carta Costituzionale (art. 31, co 2). La responsabilità genitoriale deve però essere accompagnata da un effettivo sostegno ai genitori.
 Nell’art. 9 della CRC si richiama il diritto al mantenimento del legame con i propri genitori sia in caso di separazione che nei casi di detenzione. Con la legge n. 54/2006 l’affidamento dei figli e dell’esercizio della potestà deve ricadere su entrambi con la disposizione dell’affidamento condiviso; ciò nell’ottica della piena responsabilizzazione di entrambi.
 Il diritto ad avere una famiglia sancito dalla nostra Carta Costituzionale non è sempre rispettato; ancora oggi si registra la presenza di numerosi minori in strutture di accoglienza. Le campagne affido sono spesso incomplete; la cultura dell’affido è debole; prevalgono quelli di tipo giudiziario rispetto a quelli consensuali, ciò a testimoniare l’intervento tardivo dei servizi sociali sul nucleo familiare.
 Per quanto riguarda le adozioni, la legge che regola questo istituto giuridico è la 184/1983; non esiste a livello nazionale una Banca dati dei minori dichiarati adottabili e dei genitori adottivi il cui avvio operativo era stato previsto per il 2001. L’inesistenza di questa Banca non ci permette di monitorare il numero dei bambini adottabili ma non ancora adottati e pertanto non ci sancente un abbinamento sinergico su tutto il territorio. Vi sono molti bambini ultradodicenni e disabili che non riescono ancora a trovare famiglia. Un intervento di sostegno dello Stato economico e specialistico potrebbe incentivare le famiglie all’adozione.



 Abuso e maltrattamento intrafamiliare Nel nostro Paese si rileva ancora una sottovalutazione del fenomeno dell’abuso e del maltrattamento intrafamiliare nei confronti dei minori; in particolare alcune forme di maltrattamento, quali la violenza assistita ed il maltrattamento psicologico, restano tutt’oggi poco rilevate a poco considerate come dannose al sano sviluppo psicofisico del minore. La tutela dei minori viene esercitata sulla base di una legislazione molto articolata (esistono norme civili e penali che toccano la protezione dei minori disperse in un gran numero di leggi, mentre le norme amministrative risentono delle riforme federalistiche in atto), che frenerebbe necessaria l’adozione di una legge quadro in grado di unificare e rimettere ordine nel nuovo sistema delle responsabilità e delle tutele.
 Gli ultimi dati disponibili dalle statistiche giudiziarie ISTAT,   mostrano fra il 2000 ed il 2006 un incremento dei provvedimenti dei Tribunali per i Minorenni nei confronti delle famiglie (limitazioni delle potestà) ed una diminuzione di quelli urgenti sui minori; dati che confermano la necessità di concentrare la materia e la competenza in un unico organo specializzato.
 Il fenomeno della pedofilia e della pedopornografiaviola in modo irreversibile la vita dei minori. L’Italia si è dotata con la legge 38/2006 anche di un Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pedopornografia minorile, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e che dalla XVI legislatura opera nuovamente presso il Dipartimento delle Pari Opportunità.
Mandiamo il video “I bambini non si toccano”
 Il diritto del minore alla salute: l’art. 24 della CRC riconosce il diritto del minore di godere del miglior stato di salute possibile e l’art. 27 riconosce il diritto di ogni minore ad un livello di vita sufficiente per consentire il suo sviluppo equilibrato.
 In merito allo scenario relativo alla salute dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia si segnalano delle criticità da una lettura del Rapporto Governativo:
·        mancanza di una raccolta sistematica dei dati;
·        nel nuovo Piano Sanitario Naz. lo Stato diventa Garante dell’equità sul territorio naz e non più organizzatore e gestore dei servizi;
·        il servizio è frammentato presso i vari Ministeri.
Si registrano numerosi casi di mortalità prenatale e perinatale.
Nel Molise ad es. manca lo STEN il Servizio di Trasporto Neonatale in Emergenza erogato da personale qualificato con formazione Neonatologica, una priorità mai istituita in Regione nonostante fosse stato previsto nel progetto obiettivo governativo del 1998-2000 tra le massime priorità.
L’esperienza della ospedalizzazione dei bambini può essere un’esperienza difficile per i bambini oltre che per le loro famiglie. Mi preme evidenziare a tal proposito che su mia proposta, l’esecutivo regionale, con delibera n. 74 del 2 febbraio 2009 ha approvato lo schema di protocollo di intesa sul tema dei diritti fondamentali dei bambini e degli adolescenti curati in ospedale.
 Il diritto del minore disabile all’istruzione (vd. Relazione disabilità)
Il diritto all’istruzione è un diritto sacrosanto affermato e riconosciuto a tutti i livelli decisionali; infatti, non posso non ricordare, tra i numerosi interventi legislativi al riguardo almeno gli articoli 34 della Costituzione, 28 della Convenzione sui Diritti del Fanciullo e 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che sia pure in termini diversi sanciscono il diritto di ogni bambino ad una educazione e istruzione che gli consentano in modo puntuale e responsabile l’esercizio di tali diritti gradualmente ed in base all’uguaglianza delle possibilità; rendono l’insegnamento primario obbligatorio e gratuito per tutti, garantiscono a ogni fanciullo l’accesso all’insegnamento superiore con ogni mezzo appropriato in funzione dellecapacità personali, fanno in modo che l’informazione e l’orientamento scolastico e professionale siano aperti e accessibili a ogni bambino.
Il diritto del minore alla sicurezza negli ambienti scolastici (vd. Relazione lutto) Sulla base dei dati ufficiali in materia di certificazione degli edifici scolastici, in Italia due scuole su cinque sono prive della certificazione di agibilità statica; il dato diventa ancora più preoccupante per quanto riguarda la certificazione di agibilità igienico-sanitaria che le ASL dovrebbero rilasciare: ne sono sprovvisti sei edifici su sette. Il 40% del territorio italiano è sismico, la percentuale di scuole costruite in zone sismiche ed esposte a rischio sono elevate s e si considera che molte di esse sono state realizzate prima del 1974, anno in cui fu manata la legge che prevede particolari prescrizioni per la costruzione di scuole in zone a rischio.. fenomeni ricorrenti sono lo sfondellamento dei solai con conseguente crollo dell’intonaco.
Concludo dicendo che la tutela dei minori di età inizia nelle nostre case, nelle nostre famiglie, prosegue nelle scuole e nei luoghi pubblici amministrati da politici e responsabili dei vari servizi. E’ stata riconosciuta dalla Conferenza di Vienna del 1993 l’importanza fondamentale dell’educazione dei diritti umani per la promozione di una cultura universale dei diritti umani e come fattore primario di prevenzione delle gravi e massicce violazioni correntemente perpetuate. Successivamente sono stati lanciati il decennio della nazioni unite per l’educazione ai diritti umani (1995-2004), il Programma mondiale nelle scuole primarie e secondarie (2005-2009).

“Ogni generazione di bambini offre
al genere umano la possibilità di
ricostruire il mondo dalle macerie".
Queste le parole di Eglantyne Jebb, la fondatrice di Save the
Children,
 
Nunzia Lattanzio

Partecipazione del pubblico al dibattito: il Prof.Mario Iannantuono, Presidente di "Italia Nostra".

 

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